AR1 | ANDREA ROSSET + MARINA FORNASIER | Still Life
NEWS::: Still Life - The Exhibition::: Fusion Art Gallery / Inaudita Torino dal 5 maggio al 2 giugno 2018 >>> GO TO EXHIBITION's LINK
AR1
Andrea Rosset Marina Fornasier Still Life Artist's Book 14 Limited edition of 100 signed and numbered paperback 16,8x24 cm, 52 pages, colors. BASIC: Each copy contains a 10x7cm photo print. € 20 DELUXE: (Only 5 editions), each copy contains a group of photos. € 50 Per prenotare la tua copia scrivi a: To book your copy write please to: edizioninaudite@gmail.com Impressum Edizioni Inaudite | Collana Gli Irrilevanti Artist's Book 14 | AR1 - 2018 © Maggio 2018 All Rights Reserved |
Still Life
Di Rosset e Fornasier Still Life è una installazione fotografica, realizzata con le immagini di Elisa 107 anni, e Marina, sua nipote, 28 anni. Il lavoro ruota intorno ai corpi delle due donne, quello di Marina attivo e cosciente nella sua autorappresentazione, e quello di Elisa passivo e quasi inconsapevole, confrontati secondo una struttura antinomica di contrasti e assonanze, sia a livello tematico che formale. La loro immagine è potente e nitida, l’una nella sua maturità acerba, l’altra in una vecchiezza estenuata, ma attraverso il lavoro di posa “performativa” di Marina si verifica uno slittamento continuo della presenza della nipote nella presenza assenza della nonna, uno scorrimento temporale dilatato e ricorsivo - tra presente passato e futuro - attraverso il corpo, la postura, gli atteggiamenti. È un “album familiare” problematico e inaccettabile, per l’irruzione socialmente scandalosa dell’immagine di una quasi morte, di un fine-vita non filtrato in un ambito, quello delle foto di famiglia, volto invece a esorcizzare lo scorrere inesorabile del tempo e a fare da raccordo tra la dimensione privata e quella pubblica del nucleo familiare attraverso una rappresentazione idealizzata che ne certifichi la continuità, l’appartenenza e l’identità sociale. Qui non si esorcizza. Qui si ha un rito di passaggio circolare, nel quale le due identità e il loro rapporto biologico vengono fusi e condivisi: identità è ciò che rende due cose la stessa cosa oppure ciò che le rende differenti. +++ IL PROGETTO Il progetto Still Life è nato nel 2009 in collaborazione con Marina Fornasier, performer di danza contemporanea, con una semplice serie di ritratti scattati ad Elisa, nonna di Marina, nata nel 1902. Nei mesi successivi abbiamo voluto affiancare Marina ad Elisa per una sessione fotografica più strutturata, Still Life: realizzata in 45 minuti, in silenzio, nel salotto fuori moda di una casa nella campagna veneta. Elisa aveva 107 anni, non apriva più gli occhi e non parlava, trascorreva le giornate sul divano della casa di famiglia, presenza sommessa e difficilmente decifrabile. Nella sessione fotografica, accanto al corpo presente-assente di Elisa, il corpo-agente di sua nipote Marina in una sorta di improvvisazione performativa ne duplicava e amplificava le posture, i gesti, i lievi movimenti; oppure se ne differenziava per contrasto. L’immagine delle due donne era potente e definita, l’una nella sua maturità acerba, l’altra in una vecchiezza estenuata; eppure si verificava una specie di slittamento continuo della presenza di Marina nell’esserci della nonna (del suo esserci qui e ora, e del suo essere stata, una volta, giovane ragazza). Il lavoro si è allora strutturato, semplicemente, quasi necessariamente, su una costruzione antinomica: la pelle diafana di Marina e quella estremamente segnata di sua nonna, il nero di Elisa e il bianco della nipote, gli abiti pesanti della persona anziana e i vestiti leggeri della ragazza, e ancora, inevitabilmente, vita e morte, vecchiaia e giovinezza, moderno e fuori moda. Ma questa alternanza compresente, che una prima lettura colloca necessariamente in una struttura lineare definita da un “prima” e un “dopo”, assume nello “stare” di Marina con Elisa e nella sua restituzione fotografica un andamento che una lettura connotativa riconosce come circolare e ricorsivo. Il “prima” e il “dopo” (passato e presente, vita e morte, capostipite e discendente) allora si invertono continuamente, e assumono la dimensione temporale e spaziale dell’eterno ritorno. Le foto di gruppo familiari solitamente congelano le gerarchie del gruppo stesso, sono immagini idealizzate che posizionano i membri della famiglia all’interno di un contesto strutturato, forniscono l’identità relazionale, li raggruppano attorno a un “centro”; in Still Life la gerarchia è invece destrutturata, e la capostipite (la sua funzione, la sua sacralità) viene “scentrata”. Se l’album di famiglia e le foto incorniciate da esporre in salotto sono una sorta di interfaccia tra l’immagine sociale e quella privata del nucleo familiare, e ne cristallizza le identità, le fotografie di Still Life segnano piuttosto un rito di passaggio nel quale le identità di Marina ed Elisa vengono fuse e condivise, e i loro ruoli vacillano; un passaggio non lineare ma circolare che non stigmatizza tanto un’appartenenza, un “questo è” irripetibile, quanto invece un infinito e ricorrente “questo è stato, è, e sarà”. L’idealizzazione dei corpi richiesta alle foto familiari in virtù della loro funzione affettiva e sociale è inoltre negata in Still Life da uno sguardo fotografico il più possibile oggettivo, diretto e non edulcorato, che non si ritrae di fronte a due corpi “esposti” nella loro irriducibile contingenza. |
Andrea Rosset (Vicenza, 1967).
Diplomato all'Istituto sperimentale tecnico artistico Boscardin di Vicenza nel 1986, ha studiato pittura all'Accademia di Belle Arti di Venezia e Lettere Moderne all'Università di Padova integrando progressivamente la fotografia, il cinema e il video nei propri lavori. Ha lavorato con il Circolo del Cinema Fahrenheit 451° di Montecchio Maggiore (VI) (1994-1999), poi con il centro culturale Passoridotto di Vicenza (1997-1998) e infine con il collettivo Solaris (2000-2007), realizzando installazioni multimediali, cortometraggi sperimentali e curando rassegne di cinema d'essai. È fotografo professionista dal 1995.
Dal 2010 fa parte del collettivo di arte visiva e performativa Jennifer rosa, attivo in Italia e all'estero, al quale partecipa come autore di progetti video, fotografici e performativi.
Come fotografo proveniente dalle arti visive, interessato principalmente a una ricerca sul corpo, il volto umano, l'identità, la rappresentazione della presenza, privilegia uno stile diretto, antinarrativo, non sentimentale e fortemente processuale; il suo lavoro, svolto prevalentemente in studio, si pone così in un confine: tra una modalità operativa lucida, non impulsiva, e l'irriducibilità della memoria, la densità del tempo, la profondità del vissuto. Vive e lavora a Vicenza.
10 artists in the light of Caravaggio, Larnaca (Cipro) (2018); Still Life (Fo.To - Fotografi a Torino), Fusion Art Gallery, Torino (2018); Terrestri, Teatro Astra, Vicenza (2017); Progetto 021UP, Le Laite, Conco (VI) (2017); Intra, Fusion Art Gallery, Torino (2016); Da-A, Incipit, Vicenza (2016); Alter Logos (Jennifer rosa), Fusion Art Gallery, Torino (2015); Here you are (Jennifer rosa), Palazzo Fogazzaro, Schio (VI) (2015); Arturo a Pelle (residenza), Pellestrina (VE) (2015); Here you are (Jennifer rosa), Spazio Bixio, Vicenza (2015); Impersonal solo show, Laconia Gallery, Boston (USA) (2014); Presenze contemporanee (con Penzo+Fiore), Museo del paesaggio di Torre di Mosto (TV) (2014); F4 / un’idea di fotografia (Jennifer rosa) Pieve di Soligo (TV) (2014); Boston-Como, Como (2013); Pulsart restart (Jennifer rosa) Schio (VI) (2013); Buongiorno/Arrivederci (con Jennifer rosa, Greta Bisandola), Emerson Gallery, Berlin (DE) (2012); Still Life, Tacheles, Berlin (DE) (2011); Madri e Figlie (Jennifer rosa), Tacheles, Berlin (DE) (2011); Forze conservative (con Andrea Penzo, Cristina Fiore, Elisa Dal Corso, Fiorenzo Zancan), Abnormals Gallery e Tacheles, Berlin (DE) (2010); Walking Freedom Fort 2010, Forte Marghera, Venezia (2010) Festival Sguardi Sonori 2008, Schio (Vicenza), Bomarzo (Viterbo), Tivoli (Roma) (2008); Dalla parte di Bartleby, Azioni Inclementi, Schio (VI) (2007)
Marina Fornasier (Vicenza, 1981)
Lavora in Cooperativa Sociale Insieme di Vicenza, di cui è attualmente presidente, dove si trasforma il rifiuto in risorsa, cose e persone. Ha collaborato con il collettivo artistico Jennifer rosa in: Madri e Figlie (2011), Everyone (2012), A different you (2014), L'ora (2013), Here You Are (2014), MOB | mobile vulgus_massa (2014), MOB | mobile vulgus_mischia (2015). Dal 2009 collabora con Andrea Rosset in progetti fotografici - Still Life (2009), Restrain (2016), Enduring (2016), Blank (2016), La Cifra (2016) - e in qualsiasi cosa passi per la testa di Andrea, in quanto sua vicina di casa.
Diplomato all'Istituto sperimentale tecnico artistico Boscardin di Vicenza nel 1986, ha studiato pittura all'Accademia di Belle Arti di Venezia e Lettere Moderne all'Università di Padova integrando progressivamente la fotografia, il cinema e il video nei propri lavori. Ha lavorato con il Circolo del Cinema Fahrenheit 451° di Montecchio Maggiore (VI) (1994-1999), poi con il centro culturale Passoridotto di Vicenza (1997-1998) e infine con il collettivo Solaris (2000-2007), realizzando installazioni multimediali, cortometraggi sperimentali e curando rassegne di cinema d'essai. È fotografo professionista dal 1995.
Dal 2010 fa parte del collettivo di arte visiva e performativa Jennifer rosa, attivo in Italia e all'estero, al quale partecipa come autore di progetti video, fotografici e performativi.
Come fotografo proveniente dalle arti visive, interessato principalmente a una ricerca sul corpo, il volto umano, l'identità, la rappresentazione della presenza, privilegia uno stile diretto, antinarrativo, non sentimentale e fortemente processuale; il suo lavoro, svolto prevalentemente in studio, si pone così in un confine: tra una modalità operativa lucida, non impulsiva, e l'irriducibilità della memoria, la densità del tempo, la profondità del vissuto. Vive e lavora a Vicenza.
10 artists in the light of Caravaggio, Larnaca (Cipro) (2018); Still Life (Fo.To - Fotografi a Torino), Fusion Art Gallery, Torino (2018); Terrestri, Teatro Astra, Vicenza (2017); Progetto 021UP, Le Laite, Conco (VI) (2017); Intra, Fusion Art Gallery, Torino (2016); Da-A, Incipit, Vicenza (2016); Alter Logos (Jennifer rosa), Fusion Art Gallery, Torino (2015); Here you are (Jennifer rosa), Palazzo Fogazzaro, Schio (VI) (2015); Arturo a Pelle (residenza), Pellestrina (VE) (2015); Here you are (Jennifer rosa), Spazio Bixio, Vicenza (2015); Impersonal solo show, Laconia Gallery, Boston (USA) (2014); Presenze contemporanee (con Penzo+Fiore), Museo del paesaggio di Torre di Mosto (TV) (2014); F4 / un’idea di fotografia (Jennifer rosa) Pieve di Soligo (TV) (2014); Boston-Como, Como (2013); Pulsart restart (Jennifer rosa) Schio (VI) (2013); Buongiorno/Arrivederci (con Jennifer rosa, Greta Bisandola), Emerson Gallery, Berlin (DE) (2012); Still Life, Tacheles, Berlin (DE) (2011); Madri e Figlie (Jennifer rosa), Tacheles, Berlin (DE) (2011); Forze conservative (con Andrea Penzo, Cristina Fiore, Elisa Dal Corso, Fiorenzo Zancan), Abnormals Gallery e Tacheles, Berlin (DE) (2010); Walking Freedom Fort 2010, Forte Marghera, Venezia (2010) Festival Sguardi Sonori 2008, Schio (Vicenza), Bomarzo (Viterbo), Tivoli (Roma) (2008); Dalla parte di Bartleby, Azioni Inclementi, Schio (VI) (2007)
Marina Fornasier (Vicenza, 1981)
Lavora in Cooperativa Sociale Insieme di Vicenza, di cui è attualmente presidente, dove si trasforma il rifiuto in risorsa, cose e persone. Ha collaborato con il collettivo artistico Jennifer rosa in: Madri e Figlie (2011), Everyone (2012), A different you (2014), L'ora (2013), Here You Are (2014), MOB | mobile vulgus_massa (2014), MOB | mobile vulgus_mischia (2015). Dal 2009 collabora con Andrea Rosset in progetti fotografici - Still Life (2009), Restrain (2016), Enduring (2016), Blank (2016), La Cifra (2016) - e in qualsiasi cosa passi per la testa di Andrea, in quanto sua vicina di casa.